“Occorre “vegliare” per
vedere ciò che nasce.
Essere pronti a stupirsi.
Pronti a cantare. Pronti
a danzare di gioia
davanti al mondo che
sorge dalle acque.”
Hyacinthe Vulliez
“Occorre “vegliare” per
vedere ciò che nasce.
Essere pronti a stupirsi.
Pronti a cantare. Pronti
a danzare di gioia
davanti al mondo che
sorge dalle acque.”
Hyacinthe Vulliez
di Yorgos Lanthimos
Steven è un cardiochirurgo, ricco, dalla vita perfetta: successo nel lavoro, una bellissima casa, una bella moglie, due figli stupendi. Una classica vita borghese.
Al di fuori della famiglia ha un legame con un inquietante adolescente, Martin.
Quando decide di portarlo a casa, inspiegabilmente, i due figli si ammalano di un morbo sconosciuto. La vita di Steven diventa un inferno.
Per salvare l’intera famiglia, Steven dovrà sacrificare uno di loro, solo così si spezzerà la maledizione ( che ancora devo capire da dove arriva…).
Film difficile. Inizialmente mi è piaciuto, mi sentivo coinvolta, ma andando avanti è diventato tedioso e lento.
Ho voluto vederlo perchè mi intrigava titolo e trama, anche se i due attori principali non sono i miei preferiti, anzi…Collin Farrell (il padre) inespressivo più del solitola, della Kidman non avevo dubbi sull’essere ormai una pietra, sono anni che non riesco ad apprezzarne la recitazione, troppo fredda, i giovani attori appena sufficienti.
Neanche la colonna sonora è riuscita a darmi soddisfazione. Per non parlare di alcune scene, tra cui quella dell’uccisione del figlio.
Per me un film davvero deludente. Un tempo lunghissimo e noioso per spiegare le conflittualità della psiche di un adolescente disturbato.
Film che manca di sentimento e phatos (visto il tema trattato e il titolo scelto); dovrebbe essere un thriller psicologico? un viaggio nell’horror? sacralità e patologia dovrebbero incontrarsi?…la sceneggiatura a me non l’ha spiegato….no, decisamente no.
Salvo solo le scene urbane.