Doppo una lontananza de quattr’anni,
li du’ Cappelli s’ereno incontrati
vicino su lo stesso attaccapanni.
Come succede, vennero in discorso
de quanno figuraveno in vetrina
d’un cappellaro ar Corso.
— Eh! — dice — er caso, quante ne combina!
Chi avrebbe immagginato, doppo tanto,
de ritrovasse accanto?
Tu co’ chi stai?
— Co’ Giggi er mozzorecchio.
E te?
— Co’ Totarello lo spezziale.
Come me trovi?
— Sempre tale e quale:
fresco, pulito, bello… Un vero specchio.
Invece guarda a me, come so’ vecchio:
brutto, sciupato… So’ ridotto male!
Forse dipennerà ch’er mi’ padrone
conosce tutti e, senza fa’ eccezzione,
nun sta un minuto cór cappello in testa…
— Apposta io me conservo, grazziaddio:
perché conosce tanti pur’er mio,
ma nun saluta che la gente onesta.
Trilussa
❣️❣️❣️
🙂
😁😘
😉
Saggezza.
Arguto.
Carlos Alberto Salustri (Trilussa) è davvero un poeta dimenticato della poesia italiana. I suoi versi come dialogo sono molto originali. Non ho ricevuto la poesia del cappello ma me ne è piaciuta un’altra chiamata “In Pretura”, specialmente in un paragrafo che dice:-
“Loro potranno divve quer che vonno:
ma io, su le questioni de l’onore,
fo come li Ministri: nun risponno!”
Qualsiasi somiglianza con la politica attuale è puramente casuale.
Saludos Fulvia.
E decisamente attuale 😀
Piccoli capolavori e perle di saggezza!
Concordo.