Già dalle prime ore del mattino la giornata si è presentata grigia. Tutto sembrava coperto da un velo di seta trasparente, che permette la visione ma la fà apparire sfocata, nebulosa. Una giornata particolarmente umida e uggiosa. Mia figlia oggi ha dovuto studiare Foscolo, e come non poteva venirmi in mente Zante? E mi sono detta che con un pizzico di fantasia cosa ci vuole a volare in quell’isola meravigliosa? Così ho colorato questo pomeriggio.
Zante (o Zacinto) è un’isola greca vicino alle coste del Peloponneso, dalla parte ionica.
Qui nasce il poeta Ugo Foscolo, il quale dedicò all’isola un sonetto:
A Zacinto
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l’inclito verso di colui che l’acque
cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.
Come ogni luogo della Grecia che si rispetti, anche Zante ha la sua fetta di mitologia.
Si narra che Artemide, dea della caccia, era solita girovagare per le verdi foreste di Zante mentre suo fratello Apollo suonava la lira sotto le piante di alloro decantando lo splendore dell’isola, il loro culto e la devozione, in epoca arcaica, venivano manifestate con spettacoli e gare fra gli abitanti dell’isola.
Il fondatore dell’isola (da Omero) fu Zakynthos, figlio di Dardano, Re di Troia, che partendo con la sua flotta dalla città di Psofida, giunse nell’isola e fondò la sua acropoli; per questo viene usato su monete e sul simbolo che rappresenta l’intera isola. In questo simbolo Zakynthos tiene in mano un serpente, poiché secondo alcune leggende, avrebbe liberato l’isola dai serpenti che la infestavano.
Esiste anche una teoria per cui gli arcadi, nel primo millennio a.C. arrivarono sull’isola con l’intento di fondare nuove colonie ed a testimonianza di queste origini vi sono lo speciale talento degli abitanti per la musica ed il culto della dea Artemide, caratteristiche tipiche dell’Arcadia. Più tardi Zante, passando sotto il dominio di Arkisios, re di Cefalonia, finì per essere soggetta alla potenza di Ulisse, re di Itaca. Insieme agli altri paesi dominati da Ulisse, anche Zacinto prese parte, con dodici navi, alla guerra di Troia; terminata la guerra, con il ritorno di Ulisse ad Itaca, ci fu il leggendario sterminio dei “pretendenti di Penelope”, tra cui vengono annoverati venti giovani di Zante. Questo evento mitologico ( Omero, l’Odissea) sembra rifarsi ad una rivolta scoppiata nelle isole dello Ionio che, oltre a decretare la fine del potere di Ulisse, portò alla stesura di un particolare trattato in cui fu sancito per la prima volta il diritto ad un governo democratico.
Meravigliosa isola con pianure fertili, un’intensa vegetazione (tanto che Omero la indicò come Fiore di Levante) e scogliere incredibili, offre panorami mozzafiato.
La Spiaggia del Relitto: accessibile solo via mare perchè racchiusa tra due alture, al centro vi è un relitto di mercantile arrugginito portato lì dalle acque, è costituita da milioni di piccoli sassolini dalle tonalità azzurre del mare che si perdono a vista d’occhio, l’effetto del colore è dovute alle numerose grotte sulfuree che contornano la spiaggia e che quando si alza il mare liberano grosse quantità di zolfo
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Marathonissi: luogo di riproduzione delle tartarughe di mare Caretta-Caretta
, è un parco marino e per questo è proibito l’ancoraggio ha due splendide spiagge, una di sabbia che degrada dolcemente verso il mare e l’altra di sassi dalla quale si può accedere a nuoto ad un’enorme grotta, mentre l’altra è . visitare sia la grande grotta
; Limnionas: vi si accede scendendo alcuni gradini scavati nella roccia, una spiaggia non ampia e un mare in cui le sfumature di colore e la trasparenza dell’acqua lasciano esterefatti, i fondali e le grotte invitano alle immersioni e dove le grotte (ce ne sono miriadi) spesso proseguono anche sott’acqua
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le grotte di Keri: accessibili solo via mare, si sviluppano in prossimità del promontorio di Capo Marathia, molte hanno un ingresso appena sufficiente per entrarvi nuotando, altre invece sono abbastanza ampie da potervi accedere direttamente con un’imbarcazione
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i Mizitres, due faraglioni, formazioni geologiche, vicinissimi alla roccia che scende a picco sul mare e che con essa formano una spiaggetta di sabbia finissima raggiungibile solo in barca, in uno dei due faraglioni è presente una spaccatura, percorribile a nuoto, che lo attraversa interamente e che è popolata da numerose stelle marine
; le grotte blu: possono essere visitate con un’imbarcazione, devono il loro nome ai particolari riflessi che l’acqua assume al loro interno
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il Lago nero: tra le mille grotte ce ne è una, raggiungibile solo in barca, che offre la possibilità di camminare a piedi su un tratto spiaggioso che la delimita fino ad un certo punto, poi si torna ad avere sotto i piedi l’acqua, perchè questa grotta prosegue all’interno con un laghetto chiamato nero perchè non essendo illuminato, l’acqua sembra nera, il “laghetto” , a dispetto del diminuitivo, è grandicello, per cercare di scorgere qualcosa al suo interno bisogna munirsi di una pila
. Ma Zante non è non solo mare; sul monte Skopos, si trova il piccolo monastero semi diroccato costruito, in onore della Madonna, nel XV secolo; da qui è possibile vedere l’intera isola; i veneziani (nel periodo dell’assedio) apprezzarono il luogo tanto da dare al monte il nome di Belvedere; il monastero venne costruito sui resti dell’antico tempio di Artemide, è in stile bizantino e il suo interno riccodi affreschi
.
Dopo questa lunga passeggiata decido che è ora di rilassarmi, e perchè non farlo in uno dei caratteristici Kafenion?
Zante ne è piena. Il caffè in Grecia è un vero e proprio rito, va bevuto lentamente per permettere ai fondi di depositarsi all’interno della tazza, possiamo ordinarlo amaro (pikrò), zuccherato (mètrio) o dolce (glikò)
. E se insieme al caffè ordinassimo un dolce? Su questa isola se ne producono con creme, cioccolato, frutta, fiori di camomilla sbriciolati… Quelli più tradizionali hanno come ingredienti principali le noci, le mandorle e la cannella. Io ordinerei quello preparato con una sfoglia ripiena di crema e coperta in superficie da zucchero a velo e cannella, il suo nome è bugatsa. La ricetta? Eccola:
ingredienti: 250 gr. di semolino; 750 gr. di acqua; un pizzico di sale; zucchero a velo; cannella in polvere. Far bollire l’acqua con un pizzico di sale e versare a pioggia il semolino; mescolare in continuazione fino a raggiungere la consistenza della nostra polenta; versare in una pirofila oliata di dimensioni 20 x 30 circa, oliare leggermente anche la superfiie, coprire con un tovagliolo e mettere in frigorifero per qualche ora; tagliare a pezzi e friggere in abbondante olio bollente, appoggiarli su carta assorbente e spargere con lo zucchero e cannella 
Ne sento il profumo.