di Xavier Legrand

Siamo in Francia, Bretagna, Julien, 11 anni, è conteso dai genitori che si sono separati.
Julien vuole vivere con la madre (come la figlia maggiorenne che ha potuto scegliere), ma il padre dà battaglia, fino a quando il giudice decide che il ragazzino deve passare i fine settimana con il padre.
Ogni volta che Julien va dal padre entra in ansia, l’uomo è violento, irascibile, frustrato, anche nei confronti dell’ex moglie su cui vorrebbe, e spesso ci riesce, avere ancora il controllo fisico ed emotivo.

Film pluripremiato, non mostra scene particolarmente violente, ma mette in evidenza le violenze psicologiche che possono essere devastanti come quelle fisiche.
La storia è centrata su un uomo che non accetta di essere lasciato, una condizione spesso reale, purtroppo molto comune. La trama può sembrare scontata, ma il film è ottimo.

Ho apprezzato molto questo film, non fa giri inutili, nella sua durezza fa riflettere su chi subisce la violenza ma senza dimenticare chi la usa. Durante la scena dell’udienza mi sono posta il dubbio su chi avesse ragione, lei o lui?, ma andando avanti il regista sa ben definire la situazione, in un crescendo emotivo ad alta tensione. Ho visto e conosciuto bambini costretti a subire l’affido non voluto , e ovviamente con ragione, motivato dalla legge; ho sofferto nel vedere la sofferenza di Julien se l’avvicino soprattutto ad una bambino che mi è stato molto caro e che, ormai adulto, lo è ancora. A volte il silenzio, l’omertà sono la vera arma di dolore che viene inflitta a questi bambini.
Complimenti a Xavier Legrand, che sicuramente racconta una storia che a qualcuno farà storcere il naso (direi coraggioso), ma ha saputo dipanarla dalla parte del ragazzo, del suo dolore, della sua ansia, almeno io questo ho percepito; bravissimi Denis Ménochet e Léa Drucker nell’interpretare i genitori, meraviglioso Thomas Gioria nella parte di Julien.
Il film fa riflettere sulla quotidianità che purtroppo viviamo sempre più spesso, persone (uomini o donne che siano, anche se le statistiche parlano di maggioranza uomo) che fuori dalla famiglia sono irreprensibili, in famiglia demoni (e i giudici a volte non credono), basta un niente per dar fuoco a una miccia, e arriva la paura, il ricatto, la violenza.
Purtroppo la maggior parte delle violenze è perpetrata da uomini, le madri tendono a subire, fino a che possono, per difendere i figli.
E si avvicina la Giornata contro la violenza sulle donne
Le statistiche dicono che ogni 60 ore una donna viene uccisa, l’81% delle violenze è in ambito domestico, nel 46% l’assassino è il partner o l’ex, il 35% dei delitti avvengono nella casa della vittima, il 15,8% in strada.

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